Skip to main content

Felice: uno di noi. Storia di un missionario felice di nome e di fatto

Felice: uno di noi. Storia di un missionario felice di nome e di fatto

a cura della Commissione Fratel Felice - Parrocchia di Introbio 

Illustrazioni di Chiara Combi

Pimedit, Milano 2018 - pagine 22 - € 3,00

 

La Commissione Fratel Felice della parrocchia di Introbio (Lecco) ha curato la pubblicazione di questo fumetto sulla vita di fratel Tantardini rivolto a un pubblico giovane.

I testi e i disegni illustrano in maniera semplice e accattivante la vita di fratel Felice e prendono spunto dalla sua autobiografia Il fabbro di Dio, pubblicata dalla EMI nel 2016.

«Aveva fabbricato tutte le finestre, le lanterne, le vetrate, i candelabri e le croci di tutte le chiese». Per questo, scrisse Tiziano Terzani, il missionario fratel Felice Tantardini era «conosciuto da tutti», in Birmania, come «fabbro di Dio». Quanto al nome Felice, egli stesso lo aveva assunto a ideale della sua vita: «Sforzarmi di essere felice, sempre e a ogni costo, intento a far felici anche gli altri». Pronto a spostarsi, a piedi, da una missione all’altra perché tutti lo volevano, in missione è rimasto settant’anni. Le sue memorie autobiografiche lo mostrano instancabile, tenace, fedele nel quotidiano, al servizio di chi aveva bisogno. Un santo, secondo la fama che tuttora lo accompagna e che spinge tanti a implorarne l’intercessione. Sempre armato di un «sorriso sereno», come di chi - disse il confratello padre Clemente Vismara, oggi beato - «è amico di Dio, amico degli uomini e nemico di nessuno».

  • Creato il .

Padre Geremia Arosio. Memorie 1934-1976 dalla Cina e dal Brasile

Padre Geremia Arosio. Memorie 1934-1976 dalla Cina e dal Brasile

a cura di Luciano Vaccaro

 Editrice Velar, Gorle (BG) 2018 - pagg 152

 

Padre Geremia Arosio, originario di Lissone, è stato una sorprendente figura di missionario del PIME in Cina, dal 1934 al 1947, nel difficile periodo segnato dalla guerra sino–giapponese, dal secondo conflitto mondiale e dalla lotta tra i nazionalisti di Chiang Kai-shek e i comunisti di Mao Zedong, e, dal 1950 al 1976, nelle missioni in Brasile. Queste pagine delle sue “memorie” narrano una storia singolare, forse dal sapore un po’ antico, ma con una genuina testimonianza, capace ancora oggi di provocare e coinvolgere: egli racconta la sua esperienza missionaria che, unicamente nel nome di Cristo, ha condiviso la vita quotidiana delle popolazioni, con fatiche, gioie, difficoltà e dolori, nella diversità di situazioni e luoghi in cui è stato inviato ad annunciare il Vangelo. Il carattere semplice, colloquiale e stringato rende il testo avvincente e ne mette in evidenza anche il valore di documentazione sia storica che ecclesiale.

  • Creato il .

Resilienza e senso di coerenza: quale correlazione?

tesi di p. Estevao Magro

 

Resilienza e senso di coerenza: quale correlazione?

 Tesi di Licenza di P. P. José Estêvão Magro 

 Università Pontificia Salesiana - Facoltà di Scienze dell'Educazione - Curricolo di Psicologia dello Sviluppo e dell'Educazione

 

Il presente lavoro è frutto di una ricerca sulla resilienza e sul senso di coerenza effettuata attrraverso l'analisi alle risposte ottenute tramite questionari  proposti a 145 seminaristi, dal propedeutico alla teologia, di 29 diocesi dal Sud al Nord del Brasile.

La persona resiliente non è immune alla sofferenza né refrattaria alle situazioni ostili, ma vive e porta con sé le cicatrici del colpo subito. Affronta l’esperienza del dolore dandole senso. Non si rinchiude nelle lamentele, ma si domanda il senso di quello che sta passando. Riconosce di non poter tutto, ma di potere qualcosa. Essere resiliente non vuol dire vincere sempre, ma continuare ad andare avanti nonostante le battaglie perse.

L'immagine che può aiutare a capire cosa sia la resilienza,  si può trovare nel Vangelo di Giovanni, quando Gesù, rispondendo ai discepoli, parla del chicco di grano caduto per terra. Il chicco di grano ha in sé tutta la potenzialità necessaria per nascere e fruttificare. L'esperienza di ‘morte’ è una tappa importante, che può diventare l'occasione per mettere in atto le risorse interne, rompendo la propria crosta e aprendosi all'esperienza della vita nuova.

 

  • Creato il .

Potestà di governo nelle Società di Vita Apostolica secondo il Can. 596

Tesi

Potestà di governo nelle Società di Vita Apostolica secondo il Can. 596 

con riferimento al Pontificio Istituto Missioni Estere (PIME)

 

Tesi di Licenza di Pelamifihi Serge Arnaud TOURE

   Pontificia Università Gregoriana - Facoltà di Diritto Canonico

  

Il presente lavoro nasce dall’interesse in noi suscitato dalla natura delle società di vita apostolica nonché dall’eventuale potestà in esse esercitata. Da tale interesse, siamo giunti alla formulazione di ciò che per noi costituisce una reale problematica: quale è la potestà che la Chiesa, sulla base del can. 596 CIC 83, conferisce alle società di vita apostolica e come tale potestà è attuata nel PIME?

Secondo il can. 596 infatti:

§1. I Superiori e i capitoli degli istituti hanno sui membri quella potestà che è definita dal diritto universale e dalle costituzioni.

§2. Negli istituti religiosi clericali di diritto pontificio essi hanno inoltre la potestà ecclesiastica di governo, tanto per il foro esterno quanto per quello interno.

§3. Alla potestà di cui al §1 si applicano le disposizioni dei cann. 131, 133 e 137-144.

Per rispondere adeguatamente alla problematica posta, abbiamo adottato un metodo storico esegetico prendendo come materiale base, i testi dell’attuale codice di diritto canonico con riferimento al codice del 1917 e alle sue fonti, nonché alcuni documenti della Santa Sede. A queste fonti del diritto universale, si aggiunge il diritto proprio del PIME. Attraverso questi documenti, abbiamo ripercorso la storia delle società di vita apostolica e riflettuto sulla loro natura; poi fatto l’esegesi del can. 596 e infine investigato il diritto proprio del PIME. Tre tappe che costituiscono le tre parti del nostro lavoro.

Dal primo capitolo dedicato alle società di vita apostolica nella Chiesa, è emerso il fatto che l’istituto chiamato prima società di vita comune senza voti nel codice del 1917 poi società di vita apostolica nel codice attuale, affonda le sue radici agli albori della Chiesa. Ha conosciuto un ulteriore sviluppo nell’epoca moderna e soprattutto con gli istituti missionari. Fin dall’inizio, sebbene la loro configurazione giuridica non fosse ben definita, questi istituti avevano chiara comunque l’idea di non essere religiosi, cioè non professare i voti religiosi. Erano chiari per loro anche lo stile di vita in comune e il perseguimento di un determinato tipo di apostolato. La prima codificazione della Chiesa li ha collocati vicino agli istituti religiosi facendone degli istituti che imitano i religiosi. Dall’analisi poi di alcuni documenti del concilio Vaticano II e soprattutto alla luce dell’attuale codice, emerge il fatto che le società di vita apostolica sono degli istituti a sé stante dentro la Chiesa e non fanno parte della vita consacrata.

          Il secondo capitolo, punto centrale del lavoro nostro, è dedicato all’esegesi del can. 596 dell’attuale codice. Da questo studio, emerge il fatto che fin dal codice del 1917, il legislatore ha riconosciuto, anche se non direttamente, una certa potestà alle società di vita comune senza voti. Nel can. 501 §1 CIC 17 infatti, si riconosce esplicitamente da una parte una potestà comune chiamata dominativa a tutti i superiori e a tutti i capitoli, e dall’altra la giurisdizione ecclesiastica a quelle clericali esenti. Questa norma valida di per sé per gli istituti religiosi, si estendeva poi congrua congruis referendo alle società di vita comune senza voti. In seguito, vari documenti sia del concilio che del magistero hanno modificato sensibilmente la potestà dei superiori e capitoli delle società.

Il can. 596 dell’attuale codice, non si applica direttamente alle società di vita apostolica ma per legale rimando del can. 732. A differenza del codice piano benedettino, il can. 596 benché riconosca una potestà comune a tutti i superiori e capitoli, non ne precisa la natura. Conferisce inoltre la potestà ecclesiastica di governo, non più alle società clericali esenti ma unicamente agli istituti clericali di diritto pontificio di cui i superiori maggiori di conseguenza sono ordinari.

          L’ultimo capitolo infine ci ha portato a un’indagine nel diritto proprio del PIME. Questo studio ci ha dato la possibilità di analizzare le sue strutture collegiali e personali di governo.

A conclusione di tutto questo lavoro, emerge il fatto che, alla luce del can. 596 si esercitano due tipi di potestà nelle società di vita apostolica: quella propria, ex dominativa, conferita dal diritto universale e dal diritto proprio del PIME, la cui natura purtroppo rimane imprecisata in entrambi le legislazioni, e quella di giurisdizione esercitata soltanto dal superiore generale e dal superiore regionale in quanto superiori maggiori e pertanto ordinari.

In forza della prima potestà, tutte le strutture di governo quali definite dal diritto proprio del PIME, godono di quella giusta autonomia e quella necessaria capacità per guidare l’istituto nelle sue singole parti, secondo la sua natura propria e i suoi fini. In forza invece della potestà di giurisdizione, il superiore generale ed i superiore regionale con i loro vicari[1]esercitano tutta la potestà che il codice attribuisce all’ordinario delle società di vita apostolica. Per l’esercizio di questa ultima potestà, se il diritto proprio del PIME determina l’ordinario che deve agire in certi casi, rimane però ancora impreciso su molti altri casi che andrebbero perciò urgentemente chiariti.

 


[1] Quando fanno le veci del superiore.

  • Creato il .

Youth, Catholic Church and Religions in Asia

Youth, Catholic Church and Religions in Asia

a cura di Fabrizio Meroni

   Urbaniana University Press 2018 - pagine 160

 

Il libro fornisce una maggiore conoscenza e comprensione della situazione attuale e le prospettive della nuova generazione di cristiani asiatici. Dal Subcontinente indiano al Pacifico occidentale, leader di spicco, studiosi ed esperti accompagnano i lettori attraverso i contesti sfaccettati che sfidano l'identità missionaria e la fede cristiana dei giovani, così come la sollecitudine della Chiesa a soddisfare i loro bisogni missionari e spirituali.

  • Creato il .

Gli altri visti da vicino. Il passato diventa presente

 Gli altri visti da vicino. Il passato diventa presente

di Pasquale Simone

   Caramanica Editore, Miturno (LT) 2018 - pagine 128

L'autore scrive nell'introduzione che nel libro sono stati raccolti articoli da lui scritti e pubblicati nel corso degli anni su 'Venga il tuo Regno', "ed altre riflessioni venute fuori nel tempo libero" che "mi hanno fatto stare bene e in esse continuo a vedere i frutti nati dal pensiero rivolto alle missioni".

Vengono ricordati anche gli anni vissuti in Brasile e alcune figure importanti di missionari incontrate nel corso della propria vita missionaria.

  • Creato il .

Padre Angelo Corbani. Missionario P.I.M.E.

Padre Angelo Corbani. Missionario P.I.M.E.

di Gianluigi Ventura

 Edizioni Il Galleggiante, Cappella Cantone 2018 - pagg 92

 

Padre Angelo Bassani (1902-1984), nativo di San Bassano (Cremona), è stato missionario in India per 59 anni, 50 dei quali vissuti nella diocesi di Vijayawada.

L'autore ha raccolto in questo libro le lettere ricevute dal missionario e quelle (poche) da lui scritte.

Carlo Ghezzi nell'introduzione scrive che padre Angelo aveva un carattere allegro, capace di rassenerare. Era un uomo che recuperava energie stando in mezzo ai bambini, che egli amava divertire con il canto e con il gioco. Evangelizzatore, formatore di catechisti, costruttore di comunità. Il suo progetto era chiaro, essenziale ma solido, capace di suscitare collaboratori laici che sapevano riunire e guidare le numerose comunità sparse su un vastissimo territorio in attesa delle visite periodiche del missionario. Aveva inoltre la capacità di entrare in sintonia con il suo popolo promuovendo iniziative sociali e favorendo l'istruzione. 

Il libro è corredato di foto d'epoca sull'India.

  • Creato il .

Dom Luciano Mendes. Servo de Deus, irmão dos pobres

Dom Luciano Lendes. Servo de Deus, irmão dos pobres

di Francesco Sorrentino

   Editora Dom Viçoso, Mariana 2018 - R$ 10,00

 

«Appena arrivato in Brasile, il primo giorno ho sentito parlare di dom Luciano Mendes de Almeida». A parlare così è padre Francesco Sorrentino, missionario del Pime, autore del libro “Dom Luciano, servitore di Dio, fratello dei poveri”, uscito da poco in Brasile e presentato nei giorni scorsi all’incontro dei preti dell’arcidiocesi di Mariana a Cachoeira do Campo.

Il libro si propone di fornire una sintesi delle tappe più significative della vita di dom Luciano. Nato nel 1930 da una famiglia di tradizione cattolica di Rio de Janeiro, ricevette una solida formazione presso i Gesuiti, ordine nel quale divenne presbitero nel 1958. Conseguì poi il dottorato in Filosofia tomistica presso l’Università Gregoriana di Roma. Nello stesso periodo si dedicò alla pastorale carceraria.

Chiamato all’episcopato da papa Paolo VI, monsignor Luciano fu destinato nel 1976 alla Região Belém, a San Paolo, come vescovo ausiliare del cardinale Paulo Evaristo Arns. Nel 1988 fu eletto per l’arcidiocesi di Mariana, che servì per oltre diciotto anni, con una particolare predilezione per i poveri.

Ha scritto di lui Civiltà Cattolica: «Per due mandati consecutivi fu sia segretario sia presidente della Conferenza episcopale del Brasile. Molto amato dal popolo e dall’episcopato brasiliano, si fece conoscere soprattutto per il suo amore per i poveri e gli esclusi e per il suo impegno in favore dei diritti umani».

Dom Luciano si è distinto, inoltre, per l’appassionato servizio alla Chiesa, con una presenza attiva e feconda in molti incontri e congressi, tenendo ritiri spirituali e attuando mediazioni in situazioni difficili. 

Un’altra sua passione era la comunicazione e l’evangelizzazione tramite i media. Si deve a lui, in buona parte, la creazione della prima rete cattolica televisiva, Rede Vida. A partire dal 1983 ha scritto un articolo settimanale sul giornale Folha de S. Paulo.

Padre Francesco ha iniziato a studiare la vita e gli scritti di Dom Luciano nel 2011 e ha dedicato la ricerca al suo maestro presso la Facoltà gesuita di Teologia e Filosofia di Belo Horizonte, la vita del Servo di Dio. Così l’autore spiega il suo interesse per la figura di Dom Luciano. «Come missionario che ha lasciato la sua terra per proclamare il Vangelo oltre le frontiere, ho scoperto i segni dello Spirito Santo già presenti su questa terra, dove la divina Provvidenza mi ha mandato. Ho trovato questi segni dello Spirito in Dom Luciano Mendes de Almeida, la cui forma di santità ho conosciuto fin dai primi giorni in cui ho calpestato il suolo brasiliano». 

L’attuale arcivescovo di Mariana, dom Geraldo Lyrio Rocha, ha elogiato il libro, utile per conservare la memoria di Dom Luciano. «Abbiamo una grande responsabilità – ha detto – che consiste nel preservare e trasmettere agli altri l’eredità spirituale lasciata da Dom Luciano. I segni che ha lasciato nella Chiesa di Mariana non possono essere cancellati dall'oblio del tempo». Il libro sarà diffuso dall’Editora Dom Viçoso, la quale - come ha spiegato padre Darci Leão - destinerà il ricavato alla copertura delle spese del processo di beatificazione di Dom Luciano, che l’arcidiocesi di Mariana ha avviato  nel 2014.

  • Creato il .

Il Vangelo della Rosa. La missione in Asia: testimonianza della compassione di Cristo

Il Vangelo della Rosa.

La missione in Asia: testimonianza della compassione di Cristo

di Antonio Grugni

   Hanamkonda 2008 - pagine 32

Padre Antonio Grugni, missionario del PIME in India, ha pubblicato in italiano la traduzione del suo testo "The Gospel of the Rose", edito nel 2007 dalle Edizioni Paoline a Bombay.

Egli scrive nell'introduzione a questo volumetto che il continente asiatico è stato solo marginalmente toccato dal messaggio cristiano e si domanda come la Chiesa può diventare una presenza efficace e significativa, specialmente nel prospettiva dell'evangelizzazione. Sfortunatamente la Chiesa è percepita come portatrice di un religione "straniera" con lo scopo di "convertire" la popolazione e minare le culture e tradizioni locali.

Questo lavoro vuole essere un aiuto nella riflessione sul difficile computo della evangelizzazione in Asia. Dai documenti del Magistero, dalla riflessione delle Chiese locali, dei teologi asiatici e da molte esperienze missionarie emergono delle interessanti prospettive di rinnovo nell'impegno di evangelizzazione nel terzo millennio.

  • Creato il .