QUI POSTULAZIONE #94 - Padre Emilio Teruzzi: «Il martirio è una grazia che bisogna meritare!»
Quando a Hong Kong, nell’ottobre del 1942, il suo vescovo gli permise di prendersi nuovamente cura delle comunità cattoliche di Sai Kung e delle altre dell’omonimo distretto nei Nuovi Territori, Padre Emilio Teruzzi, cinquantenne missionario del PIME, già era pronto ad offrire la sua vita per esse, orfane dei loro due sacerdoti cinesi perché trucidati dalle truppe di occupazione giapponesi.
Quelle comunità le aveva viste crescere nella fede da quando, nel 1912, i fedeli di Sai Kung lo accolsero al suo arrivo nella colonia inglese: nove anni, sette dei quali come capo dell’omonimo distretto. Poi dovette lasciarle perché il nuovo vescovo di Hong Kong lo volle come aiuto nella città e in Curia dove fu anche Cancelliere ed Archivista.
Tornandovi sapeva che per loro avrebbe dovuto affrontare tanto l’arroganza degli invasori giapponesi presenti da quasi un anno; quanto il disprezzo degli yui-kit-dui, i guerriglieri comunisti cinesi, perché sacerdote e cittadino di quell’Italia che dal 27 settembre 1940 era divenuta alleata del Giappone.
Poté farlo fino alla mattina del 26 novembre di quel 1942, forse l’ultimo giorno della sua vita.
Fu allora che i guerriglieri gli impedirono di celebrare l’eucarestia in una abitazione di Tai Kung e subito lo portarono al largo della prospicente costa facendo presto scomparire alla vista la loro barca. Ad avvertirli della sua presenza fu un cristiano apostata che viveva a Sai Kung ai tempi dello stesso Padre Teruzzi vedendolo transitare per quello dove abitava.
Il suo corpo fu ritrovato una settimana dopo lungo le rive di un villaggio poco distante da Tai Kung. Col volto rovinato dalla prolungata permanenza in mare, venne riconosciuto grazie anche a un dente d’oro e ai «calzini portati dagli europei». Le gambe erano ancora strette dalla corda servita a farlo affondare con un masso staccatosi e il cranio recava diverse fratture dovute ai colpi di pietra coi quali era stato ucciso.
Sepolto a Sam Chung, il luogo del ritrovamento, ora riposa a Hong Kong nel cimitero di Happy Valley. Vi fu traslato il 15 febbraio 1947, dopo una celebrazione nella Cattedrale dell’isola con grande manifestazione di popolo, clero e istituti religiosi. Furono presenti anche i boy scout per i quali si era molto impegnato anche come assistente spirituale.
Sulla tomba nessun epitaffio, ma giusto posto avrebbero potuto trovarvi le parole dello stesso Padre Teruzzi che furono suo riferimento nella vita: «Il martirio è una grazia che bisogna meritare!». Anche perché, come scrisse un confratello, «le sue virtù, la sua costanza nella vocazione, la sua dedizione assoluta al bene delle anime gli meritarono la sua umile segreta aspirazione».

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